Ramana Maharshi e la Realizzazione del Sé
Nel 1896 uno studente sedicenne abbandonò la famiglia e mosso da una forte spinta interiore si incamminò verso Arunachala, una montagna centro di pellegrinaggio nel sud dell’India considerata sacra a Shiva, il grande Signore. Al suo arrivo gettò via tutto il suo denaro e i suoi possessi e si abbandonò completamente alla Consapevolezza che gli si era improvvisamente rivelata: la sua reale natura, coscienza senza forma, una, indivisibile e immersa nella beatitudine. Ciò che gli era accaduto in maniera così spontanea era ciò che i testi sacri descrivono come Realizzazione del Sé. Questo studente poi verrà riconosciuto come uno dei più grandi maestri spirituali moderni e il suo nome è Ramana Maharshi. Egli verteva tutto il suo insegnamento in un metodo chiamato “Indagine sul Sé” finalizzato a scoprire la radice dell’io/ego /individualità in modo che l’attenzione dei discepoli arrivasse alla fonte della propria manifestazione sradicando l’ illusorio senso dell’io e fondendosi con la Realtà suprema, lo Spirito, l’Atma.
Si realizza, così secondo le parole del Maharshi, ciò che già si è, il Sè sempre presente, non c’è nessun conseguimento se non rimuovere l’incessante flusso dei pensieri con cui l’attenzione si identifica: ed ecco allora svelarsi la propria vera natura, eterna, immortale, silenziosa.
Ai discepoli che lo interrogavano su come raggiungere questo stato di illuminazione Egli rispondeva: “rimuovi le false idee che ti fanno pensare che tu non sia già realizzato ora. Proprio ora in questo momento e in tutti i momenti tu non puoi cessare di essere. Scopri chi sei, chiediti “Chi sono io?” Farsi questa domanda in realtà significa cercare la sorgente dell’ego o del pensiero”io”. Cercare la sorgente dell’io serve come mezzo per liberarsi da tutti gli altri pensieri. Non dovremmo dare spazio ad altri pensieri, dovremmo invece mantenere l’attenzione fissa sullo scoprire la sorgente del pensiero “io” chiedendoci mentre sorge ogni pensiero, a chi stia sorgendo quel pensiero. Se la risposta è: “Io ho il pensiero”, prosegui l’indagine chiedendoti “chi è questo io- e quale è la sua sorgente?”
Ai giorni nostri compiere questo tipo di indagine sul Sé è divenuto molto piu’ semplice grazie al risveglio collettivo per opera di Shri Mataji Nirmala Devi di un’energia che risiede all’interno di noi nell’osso sacro: la “Kundalini” conosciuta come la “shakti”, l’energia dello Spirito, il potere dell’evoluzione, l’unica in grado di portare l’uomo a conoscere completamente se stesso, a rivelare la propria Essenza spirituale e divina.
Questo potere dentro di noi è l’effettiva manifestazione del desiderio di Dio, il quale vuole portare l’essere umano alla Realizzazione del Sé o Illuminazione proprio come è avvenuto spontaneamente a Ramana Maharshi. Questa sacra energia attraverso la meditazione e altre tecniche naturali insegnate in Sahaja Yoga compie in modo naturale e spontaneo una “lavoro sottile” dentro di noi per pulire e purificare tutto ciò che non esprime le qualità dello Spirito. L’autoindagine insegnata da Ramana Maharshi trova ora un pieno sviluppo in quanto oltre al nostro desiderio ed attenzione richiesti per l’indagine sul Sé si affianca il potere evolutivo e purificatore della kundalini che assorbe tutti i pensieri che fanno parte del nostro falso io o personalità. L’essere umano dispone finalmente della chiave della propria ricchezza, felicità, gioia e conoscenza; sta ora nelle nostre mani comprendere quanto sia indispensabile conoscere Chi siamo.
Concludo questo spunto di riflessione con “5 versi sul Sé”, una breve opera in prosa di Ramana Maharshi affinchè sia d’auspicio per ogni ricercatore:
1. «Quando, dimenticando il Sé, si pensa di essere il corpo … Quando si è errato fra innumerevoli nascite… Quando, alla fine, ricordando si diviene il Sé … Sappi che è solo come svegliarsi da un sogno, in cui si è vagato in tutto il mondo.»
2. «Si è sempre il Sé. Chiedersi “Chi e dove sono ?” È come l’ubriaco che si chiede “Chi sono?” e “Dove sono?”»
3. «Il corpo è nel Sé. Nonostante questo, si pensa invece di essere dentro il corpo inerte, come quegli spettatori credono che lo schermo sia entro il film che ivi si proietta.»
4. «Potrebbe mai esistere un gioiello d’oro senza l’oro? Può esistere il corpo separato dal Sé? L’ignorante pensa “Io sono il corpo”. L’illuminato conosce “Io sono il Sé”.»
5. «Solo il Sé, unica Realtà esiste per sempre. Se dai tempi dei tempi il Primo dei Maestri, lo [ha] rivelato attraverso il silenzio ininterrotto, dimmi chi può rivelarlo con la semplice parola?»