Il maestro e le prove
Si dice che “Quando il discepolo è pronto il Maestro arriva“, ma non sempre il Sat* Guru è disposto ad accettare il discepolo senza mettere alla prova la sua umiltà e il suo puro desiderio di ascendere.
Il Guru a volte può scegliere metodi molto particolari per testare i discepoli e per questo risulta difficile agli “immaturi” cogliere e comprendere l’umorismo con cui il Maestro mette alla prova.
Il Maestro può dissuadere gli aspiranti discepoli in modo indiretto, inducendo nell’errore coloro che ancora non sono pronti a comprendere i suoi insegnamenti.
La nostra ricerca spirituale può essere messa alla prova dallo stato dei nostri Chakra e dei nostri canali. Se sapremo accettare e “lavorare” con umiltà sui nostri limiti, pazientare di fronte alle avversità, senza sensi di colpa, delusione o collera, allora il nostro
“Maestro interiore” risvegliandosi ci aiuterà confortandoci, nutrendoci e infine riaprendo tutte le “strade” del nostro intimo cammino.
Ecco un esempio, con la storia di una prova molto singolare.
Il grande maestro della tradizione sufi, Nasrudin, fu invitato ad una conferenza. Nasrudin fissò la conferenza per le due del pomeriggio, e fu un enorme successo: i mille posti furono subito esauriti, e più di seicento persone dovettero rimanere fuori, a seguire i lavori attraverso un sistema televisivo a circuito chiuso. Alle due in punto, entrò un assistente di Nasrudin dicendo che, per motivi di forza maggiore, la conferenza sarebbe iniziata in ritardo. Alcuni si alzarono irritati, rimase comunque moltissima gente, sia dentro la sala sia fuori. Alle quattro, il maestro sufi non si era ancora presentato: a poco a poco le persone, stanche di aspettare, cominciarono a lasciare la sala. In fin dei conti, si stava facendo tardi ed era giunto il momento di tornare a casa. Alle sei, i milleseicento spettatori originari erano ridotti a meno di un centinaio. Fu allora che entrò Nasrudin. Sembrava completamente ubriaco, e rivolse alcune battute pesanti a una giovane seduta in prima fila. Passata la sorpresa, le persone si scandalizzarono: com’era possibile che, dopo un’attesa di quattro ore, quell’uomo si comportasse in quel modo? Si levarono mormorii di disapprovazione, ma il maestro sufi non vi diede alcuna importanza: urlando, continuò a rivolgersi alla ragazza, invitandola a partire con lui per la Francia. Dopo aver insultato alcune persone che reclamavano, Nasrudin tentò di alzarsi, ma cadde rovinosamente.
Indignati, gli astanti decisero di andarsene, dicendo che gli organizzatori erano dei ciarlatani e che avrebbero denunciato quello spettacolo degradante a tutti i giornali. Nella sala rimasero nove persone. A quel punto, appena il gruppo se ne fu andato, Nasrudin si alzò: era sobrio, i suoi occhi irradiavano una luce soave e dalla sua figura promanava un’aura di rispettabilità e saggezza “Voi siete coloro che dovranno udirmi,” disse “Avete superato le due prove più dure del cammino spirituale: la pazienza di aspettare il momento giusto e il coraggio di non provare delusione di fronte a ciò che avete visto.
A voi insegnerò…”.