Agnya: vivere nel presente
Cercate di entrare dalla porta stretta. In verità vi dico, molti cercheranno di entrare e non vi riusciranno.
Vangelo di Luca, XIII, 24
A protezione della città santa del Sahasrara si erge una porta che non può essere forzata: è l’Agyna chakra, controllato dal Cristo. E’ stata resa con grande splendore da Michelangelo nell’Ultimo Giudizio della Cappella Sistina. Chi si presenta alla porta guidato da altri che non siano la Kundalini, verrà rigettato “là dove c’è pianto e stridor di denti”. L’apertura del terzo occhio non può essere forzata.
G. De Kalbermatten, L’avvento, Ed. Mediterranee
Nella vita e nel messaggio di Gesù possiamo infatti riconoscere tutte le qualità di questo chakra quali il perdono, l’umiltà, la compassione e la resurrezione.
Una persona con il centro energetico dell’Agnya in equilibrio sviluppa la capacità del perdono e un’attitudine genuinamente compassionevole nei confronti degli altri. Fa emergere inoltre una maggior limpidità di pensiero e una profonda umiltà, originata della consapevolezza di essere parte del Tutto.
Per aprire il proprio Agnya è importante perdonare tutto quello che ci disturba oppure ciò che non è come noi vorremmo che fosse, perdonare chiunque ci abbia fatto del male ed accettare se stessi e gli altri per quello che sono. La meditazione è un ottimo modo per sbloccare e aprire questo chakra: per coloro che pensano in modo eccessivo oppure che sono molto reattivi è consigliato meditare anche per un tempo esteso, finché la mente gradualmente non si tranquillizzi.
Entrate dalla porta stretta poiché larga e spaziosa è la via che conduce alla perdizione e molti la percorrono, ma stretta è la porta che conduce alla vita e pochi la trovano.
Vangelo di Matteo, VII, 13
Il centro energetico dell’Agnya è situato all’incrocio dei nervi ottici, che controllano i bulbi oculari, nel chiasma ottico ed è conosciuto anche come “terzo occhio”. Esso è situato al punto di incrocio dei canali di destra e sinistra ed è collegato agli altri centri sottili attraverso il midollo allungato.
L’eccessiva attività su ciascuno dei due canali tende a chiuderlo impedendo il passaggio della Kundalini verso l’ultimo centro, il Sahasrara, dove avviene l’unione, lo yoga. Per questo l’Agnya viene descritto come la porta stretta del Regno dei Cieli.
I due petali dell’Agnya Chakra corrispondono all’ego e al superego. L’attività del lato destro fa gonfiare il nostro ego situato nella parte sinistra della testa. Questo rappresenta la parte della nostra mente proiettata all’esterno, verso il futuro, collegata al sopraconscio collettivo. Una persona con un ego troppo sviluppato tende ad essere individualista, egocentrica, reattiva, ambiziosa, giudica gli altri e proietta la propria volontà su di loro.
L’ego ha una concezione tolemaica della galassia pischica, perché prende se stesso come centro dell’universo. Compito dell’ego, dice Shri Mataji, è quello di mantenervi fuori dalla realtà. L’egotipo (il tipo di uomo invaso dall’ego) non può vedere le cose per quello che sono, poiché le sue capacità intellettuali – a volte notevoli – non sono giudicate dalla saggezza. Elabora nuove teorie per giustificare i propri fini e ci introduce così alla genesi dell’ortodossia, del fanatismo, del razzismo, ecc. L’egotipo si interessa alla verità solo in quanto propria creatura, vale a dire in quanto strumento utile per raggiungere i propri fini.
L’avvento, G. De Kalbermatten, Ed. Mediterranee
L’attività del canale sinistro invece crea il nostro superego, situato nella parte destra della testa. Il superego rappresenta la parte della nostra mente che raccoglie in sé le esperienze passate, le abitudini, i condizionamenti, le sofferenze, e le frustrazioni ed è collegato al subconscio collettivo. Il superego corrisponde a quella che è stata chiamata la “psiche” dell’essere umano. Una persona con un superego troppo sviluppato tende a lasciarsi influenzare facilmente dagli altri, ad essere emotivamente instabile e proiettata verso il passato.
Il senso di colpa che avete è il frutto di condizionamenti accumulati dall’ego nel superego. Dite a voi stessi che chi ha commesso l’errore è l’ego, e non voi. Ditevi: “Io non sono colpevole”. Così facendo, si libererà il lato sinistro del Vishuddi. Gli errori commessi non hanno importanza. I chakra bloccati vanno semplicemente corretti. Non condannatevi. Siate il Sé e il metodo migliore per esserlo é quello di perdonare: ciò aprirà l’Agyna. Chiedete umilmente perdono a Dio: ciò riporterà l’attenzione sul cuore. La dignità e la serenità verranno in voi quando vi renderete conto che la vostra vera natura è essere lo Spirito.
Shri Mataji Nirmala Devi
In entrambi i casi, l’incessante attività mentale che fa gonfiare ego e superego proietta la nostra attenzione verso l’esterno e crea in noi un senso di separazione e divisione, generando una visione relativa del mondo in cui ogni cosa trova un suo antagonista: io e l’altro, il bene e il male, il piacere e il dispiacere, passato e futuro, ecc. Diventa così difficile apprezzare il presente, ciò che si ha e la vita stessa. Siamo sempre divisi alla ricerca di un benessere che non riusciamo a godere.
Quando la Kundalini arriva all’Agnya dissolve i due emisferi dell’ego e del superego per aprirsi la strada verso il Sahasrara. A questo punto la nostra attenzione viene attratta verso l’interno e si inizia a percepire l’integrazione con il tutto. L’ambito del dominio del conscio si è allargato; ego e superego si sgonfiano. Si stabilisce una connessione con l’inconscio che si manifesta sotto forma di vibrazioni fresche.
L’apertura dell’Agnya corrisponde alla purificazione dell’attenzione. Quando i battenti della porta si aprono – per proseguire nell’allegoria – allontanano dal campo della nostra coscienza i rumori dell’ego e del superego. Lo spazio così aperto, fra un pensiero e l’altro, è quello della consapevolezza silenziosa (Nirvichara samadhi) che Shri Mataji chiama in inglese Thoughtless awareness (consapevolezza senza pensieri). Se si continua, penetrando maggiormente nelle profondità del silenzio, si scopre l’intensità del Regno. E’ un processo di purificazione che può durare anni: chi ha ‘fuso’ a livello di attività mentale, chi ha un’emotività squilibrata, dovrà dar prova di pazienza.
L’avvento, G. De Kalbermatten, Ed. Mediterranee
Come migliorare l’Agnya Chakra
- Per lavorare sull’aspetto sinistro del centro si può:
- Fare dei Bandhan con la candela, alla parte posteriore e alla parte destra della testa.
- In meditazione, senza sentirsi in colpa, affermare: “Madre, se ho commesso qualche errore, consciamente o inconsciamente, contro il mio Spirito, per favore, perdonami”
- Recitare il bija mantra Ham, che significa “io sono”
- Evitare di flirtare con lo sguardo verso possibili partner
- Meditare ponendo una candela vicino alla parte posteriore della testa
- Dare colpetti nella parte posteriore della testa con il palmo della mano destra, mentre meditiamo con la mano sinistra rivolta verso la fotografia di Shri Mataji
- Non vivere nel passato, poiché l’abitudine a ricordarsi avvenimenti e relazioni passate o il mantenere attitudini nostalgiche aumentano il superego
- Abbandonare abitudini e condizionamenti inutili
- Mettere netranjan (prodotto ayurvedico fatto con grasso, canfora e carbone) negli occhi. In questo modo, pulendo gli occhi, contribuiamo a pulire l’agyan posteriore
Per lavorare sull’aspetto destro del centro si può:
- Dare bandhan alla fronte e alla parte sinistra della testa
- In meditazione affermare: “Madre, io perdono tutti”
- Recitare il bija mantra Ksham che significa “io perdono”
- Se il calore di questo chakra è eccessivo, mettere una borsa del ghiaccio sulla fronte e/o nella parte sinistra della testa
- Perdonare tutto e non mantenere sentimenti di rancore. Il potere del perdono ci rende molto forti e facilita il cammino della Kundalini verso il Sahasrara
- Non essere proiettati costantemente verso il futuro
- Abbandonare tutti i tipi di meditazioni non sahaj che coinvolgono l’Agnya chakra
- Non praticare tecniche di controllo mentale, concentrazione, visualizzazione, chiaroveggenza, ipnosi
Per lavorare l’aspetto di centro:
- In meditazione affermare: “Madre, fa di me una persona capace di perdonare”
- Recitare con sincerità e consapevolmente il “padre nostro”
- Guardare il bindi, il punto rosso, della fotografia di Shri Mataji in modo rilassato. E’ molto efficace anche guardarlo attraverso la fiamma di una candela
- Applicare sulla fronte kumkum, o olio di sandalo, per proteggere questo centro energetico
- Cercare di stabilizzare la consapevolezza senza pensieri
- Cercare di stare nel presente, che è l’unica cosa reale, perché il passato non esiste più e il futuro deve ancora arrivare